In queste settimane estive, più che in altri periodi dell’anno, mi capita di ospitare persone di tutto il mondo.
Americani, espansivi, estroversi, socievoli e un pò ingenuotti.
Indiani (dell’India) riservati, discreti, di pochissime parole e con le loro “originali” usanze ( ma tu lo sapevi che dormano sopra le lenzuola?).
Australiani, gentilissimi, curiosi, ecologisti ed attenti all’alimentazione (viaggiano con i loro prodotti alimentari….).
Insomma, di tutto un po’.
Ma la cosa strana che sto constatando è che, qualunque sia la loro provenienza, età, stato civile o sociale, la prima domanda che mi fanno entrando in camera è la medesima:
Avete il wi-fi?
Posso avere la password?
May I’ve the password?
Lo fai anche tu?
In realtà le domande classiche sono rimaste, ma vengono dopo, non sono più prioritarie. Prioritario è per tutti connettersi o riconnettersi con il loro mondo, quello che hanno lasciato a casa ma dal quale non vogliono, a volte non possono, staccarsi.
Confesso che ogni volta attendo con ansia che cerchino la rete e si colleghino, passaggio niente affatto scontato quando offri ospitalità in una casa, che è anche bed and breakfast, ma sempre casa rimane, con la sua rete domestica e tutti i limiti che spesso comporta.
Quando vedono la rete e si collegano si rilassano, si guardano intorno, un po’ ansiosi di controllare mail e quant’altro, un po’ curiosi di scoprire la camera … e partono le domande classiche, le curiosità ed i bisogni di ciascuno e questi sono diversi, a volte anche molto, in base all’età, alla provenienza, ecc. ecc….
Queste te le racconterò prossimamente.
Ormai siamo connessi!